La Suprema Corte di Cassazione sui limiti applicativi del “reato continuato” ex art. 81 c.p.

Pubblicato il Pubblicato in Uncategorized

La continuazione presuppone l’anticipata ed unitaria ideazione di più violazioni della legge penale, già insieme presenti nella mente del reo, situazione ben diversa da una mera inclinazione a reiterare nel tempo violazioni della stessa specie, anche se dovuta a una determinata scelta di vita o ad un programma generico di attività delittuosa da sviluppare nel tempo secondo contingenti opportunità. La prova di detta congiunta previsione, investendo l’inesplorabile interiorità psichica del soggetto, deve essere ricavata da indici esteriori significativi del dato progettuale sottostante alle condotte poste in essere, quali l’omogeneità delle condotte, il bene giuridico offeso, il contenuto intervallo temporale e la sistematicità, il cui accertamento deve assumere il carattere di effettiva dimostrazione logica (Cass. pen. Sez. I, sent. 5 maggio 2016 – 29 gennaio 2017, n. 3881).

Vlegal – Studio legale Verona

Lascia un commento